sabato 30 aprile 2011

PoSSiBILmEnTe


Possibilmente vorrei che fosse sempre così.
Quella faccia tesa e sorridente era davvero sorprendente.
Ho imparato a non desiderare uomini deboli - (quelli che vogliono esserlo).
Ho imparato a fingere di non desiderarne il pianto.
E quella faccia tesa e sorridente mi ha rinfrancato. E reidratato.
Ho perso tutte le lacrime della cattiveria aspettando di vedere l’imbarazzo e la paura.
Mi sono trovata sorpresa. E asciutta.
Pronta a riempirmi di nuovo però, che la cattiveria è come andare in bicicletta.
Si assopisce, ma non si fa dimenticare.
Riaffiora da un pertugio. Da un angolo, come se fosse stata sempre lì, in attesa di tornare.
Ri-tornare.
Ri-essere. Ri-affiorare.
E il desiderio teso e assoluto di tirare quelle ciocce al terreno.
Di vilipendere e annullare anche con semplici richieste. Blandi comandi quasi infantili. Che fanno effetto. E tanto.

Vedo dove vado passo dopo passo. Di più non posso. Non vado. Ma fin qui è quello che ho visto.
Un po’ poco per fidarsi. Per poter dire: “Ho capito”.
Passo dopo passo.
E due giorni di silenzio non sono un buon passaggio.
Ma aspetto di sentire, tornare a vedere.